Scienza è misurare, valutare ed esporre i propri risultati. Vi raccontiamo le testimonianze di persone che hanno vissuto delle esperienze in maniera spontanea o dopo averle fortemente volute, che hanno trovato nelle proprie librerie o soffitte scritti od oggetti che ricordano eventi inusuali o forse più comuni di quanto si pensi, che possono ricondursi a vere e proprie indagini sull’aldilà. Parleremo di quelle esperienze che per l’Archeosofia sono fondamentali per avere la certezza della vita dopo la morte: sdoppiamento, ricordo delle vite passate, ultrafania.
Vi aspettiamo alla Sede dell’Associazione Archeosofica in via Paleologi 24 sabato 27 gennaio alle ore 17.00 con l’incontro ad ingresso libero “TESTIMONIANZE A CONFRONTO”. Per informazioni, telefono 0142.71319 oppure 338.4092394.
Archivi tag: coscienza
RICORDARE LE VITE PRECEDENTI
Sono tante le testimonianze a conferma di quella teoria chiamata reincarnazione e dunque è ormai creduto e approvato che non si vive una volta sola. Le anime degli individui ritornano in nuovi corpi fisici (ed energetici) per crescere in sapienza ed amore in conformità alla legge dell’evoluzione ed alla volontà di Dio. La storia non è altro che il campo pedagogico dove noi possiamo imparare quello che ci serve per emanciparsi ed evolvere. Per chi vuole togliersi ogni dubbio la Scuola Archeosofica propone un metodo confermato da molti sperimentatori per vivere l’esperienza del ricordo di una o più vite passate in piena coscienza. Serve solamente un po’ di buona volontà per seguire gli esercizi e gli allenamenti preliminari. Ma alla fine avrete la certezza di essere una forza perenne, non più circoscritta ai limiti imposti dal corpo fisico, una forza spirituale in cammino verso la Libertà.
Un team di sperimentatori e di studiosi esporrà il risultato delle attuali ricerche sabato 4 novembre alle ore 17,00 in via Paleologi, 24. Sarà presentato al pubblico anche il testo “LA MEMORIA DELLE VITE PASSATE E SUA TECNICA”, utile manuale teorico-pratico. Ingresso libero. Per informazioni, telefono 0142.71319 e 338.4092394.
LO SDOPPIAMENTO: ESPERIENZE FUORI DAL CORPO
Lo sdoppiamento è la separazione della coscienza dal corpo fisico per esplorare i mondi sovrasensibili utilizzando i diversi corpi energetici di cui siamo dotati: eterico, astrale, mentale. La scienza ufficiale si sta muovendo verso lo studio di questo stato particolare che generalmente accade spontaneamente soprattutto in condizioni prossime alla morte o dove le funzioni vitali primarie sono alterate.
Lo sdoppiamento però si può anche vivere volontariamente, in buona salute e nel pieno possesso proprie facoltà psico-fisiche. Questa esperienza anzi è una tappa fondamentale verso la conoscenza di se stessi e del mondo che ci circonda al di là del suo aspetto visibile.
Un team di sperimentatori e di studiosi esporrà il risultato delle attuali ricerche sabato 28 ottobre alle 17.00 a Casale Monferrato in via Paleologi, 24. Sarà presentato al pubblico anche il testo “COME SDOPPIARSI E VIAGGIARE NEI MONDI SOPRASENSIBILI”, utile manuale teorico-pratico.
LA NEUROFISIOLOGIA DELLA MEDITAZIONE di Massimiliano Galastri

Reti neuronali e l’ipofisi
La scienza pone sempre maggiore attenzione agli stati di coscienza dell’essere umano e in particolare a quelli della meditazione: lo scopo è l’osservazione di nuovi fenomeni per intraprendere nuove vie alla scoperta del benessere della persona. Frequentemente, in occidente, il fine con cui si studia la meditazione a livello accademico è quasi sempre finalizzato a scoprire nuove strade per curare lo stress, il disagio mentale, il dolore fisico o correggere disturbi psicosomatici.
La meditazione rientra in una serie di “espedienti” e di tecniche psicofisiologiche la cui scoperta è da ritenersi millenaria e che sono state insegnate da personaggi importanti nella storia dell’umanità. Queste tecniche possono essere definite “ascetiche” e permettono all’uomo e alla donna di trascendere i limiti ordinari della coscienza, proiettandosi oltre quest’ultimi, con la conseguenza di scoprire un lato profondo che può essere definito l’essenza di se stessi e della Natura, arrivando ad esplorare diverse dimensioni sconosciute del cosmo ed infine incontrare il divino.
Sarebbe dunque banale ridurre la meditazione ad un semplice espediente per stare meglio in salute o con noi stessi. La vera meditazione, quando viene raggiunta dal soggetto, è una vera e propria porta verso nuove esperienze interiori che spalancano all’individuo una nuova visione di sé e della vita, a volte travolgenti.
Ancora oggi non ci sono idee chiare su cosa si possa chiamare o meno con questo termine: in letteratura si trovano varie opinioni e correnti di pensiero che tendono ad omologare i vari tipi di meditazione e altre che cercano invece di distinguerle in base alle peculiarità di ognuna, soprattutto in base ai risultati che danno sia a livello fisico che mentale.
La medicina e la psicologia si sono molto interessate alla meditazione, consentendo di fare interessanti scoperte a carattere neurofisiologico e psicofisiologico: l’osservazione avvenne dal vivo su soggetti mentre svolgevano esercizi di meditazione afferenti a varie Scuole e quindi a varie tecniche meditative. I risultati, a volte banali, a volte sorprendenti, hanno appassionato molti studiosi cosicché un nuovo filone di studi sta nascendo in questa direzione.
Ma cos’è in realtà la meditazione? Cosa succede davvero nel nostro cervello e nella nostra mente quando il soggetto, dopo settimane, mesi o anni di esercizi, riesce ad accedere a questi nuovi stati di coscienza? Approfondiremo l’argomento parlando di “NEUROFISIOLOGIA DELLA MEDITAZIONE”, venerdì 16 giugno alle 21,30 con il dottor Massimiliano Galastri presso la Sede della Sezione di Casale Monferrato dell’Associazione Archeosofica in via Paleologi, 24. Per informazioni, telefono 0142.71319 oppure 338.4092394.

La registrazione dell’attività elettrica dell’encefalo tramite l’elettroencefalogramma identifica diversi ritmi espressi in frequenza (cicli per secondo o Hz).
IL LINGUAGGIO DEI SOGNI di Massimiliano Galastri
I popoli e i personaggi di tutte le culture, da quelle moderne a quelle primitive, si sono da sempre interessate dei sogni. Da tempi immemorabili fino alla nascita intorno al 1800 delle prime discipline psicologiche, il sogno è sempre stato visto come una misteriosa fonte di ispirazione, da cui cogliere suggerimenti, presagi e messaggi. Con la psicoanalisi e gli avanzamenti tecnologici si sono fatti alcuni progressi per penetrare cosa si cela nei recessi della coscienza umana, quando, ogni notte, cediamo al fisiologico bisogno di riposo per recuperare le perdute energie. Lo studio del sonno e dei sogni sia da un punto di vista medico-biologico che psicologico, ha permesso di scoprire tanti aspetti sul funzionamento della coscienza.
La mente è per noi quello strumento prezioso che ci permette di indagare la realtà, studiarla e conoscerla ma al tempo stesso resta uno degli oggetti di indagine più difficili da spiegare. La mente, ancora oggi, è considerata dagli studiosi come una delle ultime frontiere della conoscenza e dell’esplorazione scientifica perché malgrado i grandi progressi nelle scienze, ancora poco si conosce sul rapporto mente-cervello, sui suoi sconosciuti “Linguaggi” e sulle grandi potenzialità insite nel profondo di ogni essere umano.
E’ ancora aperta la discussione a proposito della reale natura dei processi mentali, dove si contrappongono la diversa visione di filosofi e neuroscienziati. La questione fondamentalmente dibattuta risiede nel riconoscere o meno una distinzione fra il cervello e la mente, per potere ricondurre o meno la nostra attività mentale a un sistema puramente fisico o ad un sistema che si spinge anche oltre l’aspetto fisico. A questo proposito, le correnti filosofiche che storicamente si sono distinte come opposte sono il dualismo e il materialismo.
Le neuroscienze tendono a preferire la visione materialista e a non difendere le visioni dualiste, anche se l’aspetto interdisciplinare che sempre più caratterizza lo studio dell’attività cognitiva sta mantenendo aperto il dibattito e continuano a farsi convegni sul rapporto mente-cervello e le relative questioni ontologiche.
Nel pensiero dualista si sostiene una distinzione netta fra la mente e il cervello, sottolineando che l’esperienza conscia non sia di natura fisica e che pertanto non sia pienamente accessibile dalle scienze che analizzano la psiche considerando solo l’aspetto fisico del mondo. Per la corrente di pensiero materialista, invece, sia il cervello che la mente hanno entrambi la stessa natura che non si spinge oltre l’aspetto neuronale e fisiologico. All’interno delle due correnti, i diversi pensatori hanno comunque sostenuto interpretazioni differenti del problema: un approccio dualista è ad esempio l’epifenomenismo, o dualismo delle proprietà, per indicare che le sostanze del cervello sono di natura fisica ma possiedono proprietà non fisiche.
Cosa accade realmente durante il sogno alla nostra coscienza e il cervello com’è coinvolto in quest’attività? Proseguiremo a parlare di sogni e del mondo onirico venerdì 12 maggio alle ore 21,30 all’interno del ciclo “PSICOLOGIA PROIBITA”, con l’incontro ad ingresso libero “IL LINGUAGGIO DEI SOGNI” presso la Sede dell’Associazione Archeosofica in via Paleologi, 24 a Casale Monferrato. Per informazioni, potete telefonare ai numeri 0142.71319 oppure 348.4505233. Ingresso libero.
L’ASTROLOGIA E LA TRADIZIONE SAPIENZIALE

Corrispondenze zodiacali del corpo umano – Michele di Rodi, 1401
Quando si sente parlare di astrologia si pensa a quella branca del sapere che al giorno d’oggi è quasi sempre privata del valore che aveva millenni or sono. Viene banalizzata in riviste o rubriche televisive e radiofoniche in cui compare soltanto per cercare di allietare i lettori sul modo di comportarsi, spesso azzardando qualche improbabile e generica previsione.
Tutt’altra cosa era l’Astrologia quando venne concepita in origine come vivo patrimonio sapienziale da popoli quali i Caldei, gli Egiziani, i Greci, gli Indiani, gli Inca, i Cinesi, gli Arabi, gli Ebrei: la tradizione astrologica più profonda ci conduce in epoche lontane dove uomini sapienti avevano il privilegio di custodire una scienza e un’arte così importante per la rigenerazione delle coscienze. Costoro concepivano la natura vivente come un grande corpo sacro e animato nel quale i singoli individui vivevano il culto della propria religione strettamente legato alla natura, alle sue fasi e ad importanti date e periodi dell’anno solare che venivano utilizzati per celebrare riti dai sacerdoti delle varie religioni nei rispettivi templi.

Andrea Argoli (Tagliacozzo, 1570 – Padova, 27 settembre 1657)
Se poi consideriamo l’eredità ricevuta e approfondita da noi occidentali moderni, disponiamo di un patrimonio ancora inutilizzato e presente fra le importanti opere scritte da personaggi del calibro di Andrea Argoli, Regiomontano, Morin de Villefranche, Francesco Junctino, Gerolamo Cardano, De Titis, Luca Gaurico, Tommaso Campanella, Giovanni Keplero, H. Freiherr Von Klockler e molti altri. Costoro hanno scritto importanti lavori, talvolta di difficile reperibilità, sovente in latino, alcuni dei quali non sono mai stati tradotti nelle varie lingue e perciò studiati.
Nel passato questi autori hanno scritto di Astrologia nei vari settori di indagine ovvero psicologica, medica, socio-politica, meteoro-agricola, mistico-iniziatica, fitoterapica.
L’astrologia si è dunque estesa da essere nell’antichità patrimonio riservato al Faraone, all’Imperatore, al Re diventando accessibile a più persone e si è spinta oltre allo stilare un grafico zodiacale, gli aspetti fra i pianeti nei Segni e nelle Case, calcolando le Direzioni e le Rivoluzioni Solari per soddisfare la pur lecita curiosità dei committenti che in genere domandano soltanto di fatti e questioni ordinarie e quotidiane.

Un grafico astrologico indiano
L’Astrologia Esoterica è quella che ha dei riferimenti ad esempio nei tradizionali Jyoshis Shashtras indiani, ovvero trattati di Astrologia dalle radici millenarie che si occupano di stabilire come e quando operano le influenze astrali buone sull’individuo e sulla sua costituzione. Con Jyotish, vocabolo che deriva dal sanscrito e che significa “Luce, corpo celeste”, si identifica il sistema tradizionale di astronomia/astrologia indiana anche nota come astrologia Indù oppure più recentemente come astrologia vedica.
Nello Jyotish, come accade nell’astrologia occidentale, il quadro astrale di nascita consente di studiare la persona da varie prospettive. Nell’astrologia indiana ricoprono notevole importanza le posizioni della luna, Chandra, rispetto al sole, Surya. Sono la sua posizione al momento della nascita e la posizione dei nodi gli elementi principali di un quadro astrale indiano.
Lo Zodiaco indiano è siderale, cioè i segni astronomici corrispondono alle costellazioni e dunque rimane fisso rispetto alle stelle, mentre lo Zodiaco studiato da noi occidentali è tropicale, cioè basato sul segno, senza alcuna corrispondenza con le costellazioni ma efficace ai fini dello studio e dell’approfondimento: Zodiaco dei Segni e Zodiaco delle Costellazioni sono differenti ed hanno diverso significato nell’analisi astrologica.
Proseguiremo a parlare di Astrologia con particolare riferimento al libero arbitrio, a partire da giovedì 12 novembre alle ore 21,00 in via Paleologi, 24 presso la Sede della Sezione di Casale Monferrato dell’Associazione Archeosofica. Studiando il patrimonio tradizionale e millenario, verranno forniti anche elementi per scegliere i momenti migliori per l’edificazione spirituale e la trasformazione della coscienza: come il contadino non semina a caso ma osserva con saggezza il calendario della Luna e degli altri pianeti per seminare correttamente secondo natura e poi cogliere i frutti, le radici o le erbe nel momento balsamico più efficace, allo stesso modo cercheremo in alcuni incontri di approfondimento di comprendere meglio il ruolo di queste forze del cosmo su di noi e sul pianeta Terra. Per informazioni, telefono: 0142.71319.
L’ATHANOR: FORNELLO PER IL FUOCO FILOSOFICO

Un fornello alchemico in un testo arabo
L’Alchimia è sempre stata associata nell’immaginario collettivo alla ricerca di un metodo da parte di alchimisti del medioevo e del rinascimento per trasformare il piombo o i metalli vili in oro.
In realtà la pratica alchemica ha un’origine ben più lontana nel tempo e si può attribuire a sapienti popoli del passato, la cui conoscenza ha fatto parte di una catena ininterrotta, un filone sapienziale i cui anelli appartengono all’epoca atlantidea, caldea, egiziana, greca, romana, araba, cinese e italico medievale.
Un’origine che risale così addietro la spirale del tempo aveva come patrimonio il custodire delle profonde verità che dietro al velo dei simboli consentivano a chi lavorava nei laboratori alchemici, di cercare di ottenere la così detta pietra filosofale attraverso il passaggio di diverse e importanti fasi.

Un laboratorio alchemico arabo
Secondo un testo arabo alchemico dell’XI secolo tra l’altro le piramidi venivano considerate come dei laboratori alchemici, anche in virtù della loro progettazione, la cui forma a base quadrata e facce triangolari è anche profondamente simbolica: il 4 era in relazione alla materia, ai quattro elementi, al mondo. Il tre alla Trinità divina (riconosciuta ad esempio in Osiride, Iside e Horus) e il vertice era associato al Sole che con i suoi raggi, i lati della piramide, giungeva ad illuminare la terra, la base, la vivificava e trasformava. In alcuni casi, il vertice della piramide era d’oro a simbolizzare la divinità e le facce della piramide erano ricoperte di calcare bianco.
Una delle operazioni o fasi fondamentali nell’arte alchemica medievale era la distillazione, le cui origini si fanno risalire all’Egitto e alla Persia per poi essere trasmesse agli Arabi. E’ una delicata operazione che come tutte le fasi alchemiche può essere interpretata per allegoria in senso più esteriore e fisico oppure in senso più profondo, intimo e spirituale: l’Alchimia può essere infatti definita anche la Scienza dell’Io profondo ed utilizza un linguaggio quasi sempre simbolico per essere praticata e trasmessa, ponendo la coscienza dell’uomo e della donna, al centro dei suoi lavori.

La distillazione alchemica in Cina
La distillazione è l’operazione capace di separare gli elementi ovvero una sostanza dall’altra, portando un liquido allo stato di vapore per poi ricondensarlo ed ottenerne come estratto l’essenza, vocabolo derivante dal latino “essentia”, derivato di “esse”, “essere”. Un obiettivo dei lavori alchemici era infatti “l’energizzamento” ed il risveglio dell’Io nell’individuo. L’essenza così estratta rappresentava dunque la componente migliore della materia originaria di partenza, privata di tutti gli aspetti più grezzi, pesanti e volgari.

Athanor Manoscritto Arabo conservato presso il British Museum
Nel laboratorio alchemico, l’alchimista utilizzava mortai, crivelli, crogiuoli, alambicchi, storte, disponeva cioè di vari strumenti utili per il suo lavoro. Tra di essi, un altro oggetto importante per svolgere l’Opera era rappresentato dal così detto Athanor o Athanar o fornello, perchè senza il calore del fuoco nessun lavoro alchemico sarebbe stato possibile e in particolare la distillazione sarebbe stata impossibile. Una proprietà utile al funzionamento di questo fornello era la lentezza: doveva essere costruito in modo da funzionare con poco fuoco, doveva cioè essere alimentato da una fiamma tenue e lavorare costantemente. In questo fornello il sapiente alchimista sapeva che il fuoco doveva bruciarvi senza tregua, fino alla perfezione dell’elisir.

Marsilio Ficino

La Tavola Smeraldina
I testi alchemici fanno parte di una cosiddetta “Via degli Alchimisti” percorsa in Occidente da coloro che calcarono la tradizione Ermetico-Alchimistica e di cui la letteratura Ermetica ne rappresentò il corpo dottrinale. Nel 1463 fu Marsilio Ficino (Figline Valdarno, 19 ottobre 1433 – Careggi, 1º ottobre 1499), filosofo, umanista e astrologo italiano che tradusse dal greco al latino i 14 trattati del Corpus Hermeticum, raccolta di scritti attribuiti alla figura sacra e leggendaria di Ermete Trismegisto. Questo trattato considerava la natura come un corpo sacro e vivente, un grande organismo che racchiude in sè i corpi che vi albergano, dotata di un’anima e di un’essenza divina. Una natura che considerava il rapporto tra un grande mondo o macrocosmo e un piccolo mondo identificato dall’uomo detto anche microcosmo e che vi identificava puntuali corrispondenze: secondo questo principio ermetico l’uomo sarebbe specchio dell’Universo.
Proseguiremo a parlare dell’Athanor e del fuoco filosofico in un approfondimento ad ingresso libero che si terrà il 18 giugno 2015 alle ore 21,30 presso la Sede dell’Associazione Archeosofica in via Paleologi, 24 a Casale Monferrato. Per ulteriori informazioni sulla serata potete telefonare al numero 0142.71319.
IL LABIRINTO DEI SOGNI
Che cos’è il sogno? Cosa può svelare? Il sogno è uno stato della coscienza durante il sonno, un pensare dormendo, inconscio. Nei sogni si svolge un conflitto fra i desideri e le repressioni del sognatore: lotta fra le brame istintive dell’inconscio e la censura morale. I sogni rivelano i nostri segreti desideri, le nostre paure, i nostri odi, i nostri amori. L’inconscio utilizza i sogni per far emergere desideri nascosti. Questa rivelazione, nel sogno, avviene sotto forma di simbolismo che ha un linguaggio universale.
Non tutti dormiamo allo stesso modo. La personalità di un individuo, sovente, si riflette nel suo modo di dormire, nel comportamento: movimenti, parole, sorrisi, respiri, momenti di veglia. Il significato dei sogni è tanto vario quanto è varia la personalità di ogni uomo. Si dice per esempio che la posizione fetale indichi una natura timida che teme di affrontare il quotidiano, chi dorme a pancia in su, favorisce la circolazione anche se tendenzialmente ha un carattere puntiglioso, chi riposa sul ventre con la gamba rialzata e le braccia tese è un egocentrico, chi stringe e abbraccia il cuscino rivela una profonda insicurezza, paura di non farcela, chi dorme con i pugni serrati cova in se un aggressività, il digrignamento notturno è un’attività del corpo fisico che riflette una tensione.
Il sogno è uno stato di coscienza dell’uomo e della donna; anche Shakespeare nelle sue opere riporta lo stesso concetto, esprimendolo in altri termini. Afferma che l’uomo è fatto della stessa sostanza del sogno… che cosa vorrà dire? Attraverso il sogno possiamo conoscere noi stessi in quanto è da considerarsi come una finestra sul nostro inconscio… I sogni ci inviano dei messaggi che dobbiamo recepire e interpretare.
Se vi sono dei sogni “banali” legati alla vita di tutti i giorni, vi sono anche quelli in cui si possono ricevere dei messaggi più elevati ed entrare in contatto con la Divinità o suoi messaggeri. Di questi sogni eccelsi esiste una viva testimonianza fornita da un’ampia letteratura in diversi testi sacri: nel Talmud ebraico i sogni di profeti appaiono come rivelatori del volere divino; nel Corano i sogni riguardano diversi momenti chiave nella formazione spirituale di Maometto, in special modo importante è la rivelazione fatta al profeta dall‘arcangelo Gabriele quando gli apparve e dettò la prima rivelazione alla quale ne seguirono altre; nell’Antico Testamento della Bibbia molti messaggi provengono agli uomini e alle donne tramite i sogni, basti ricordare il sogno di Abramo, il sogno di Giacobbe o figure come Daniele e Giuseppe, esperti e profondi conoscitori dell’interpretazione dei sogni.
In particolare la storia di Giuseppe si articola in ben 13 capitoli della Genesi e viene riportata anche nella 12° sura del Corano: in entrambi i testi viene mostrata la capacità di Giuseppe di interpretare i sogni. Egli venne chiamato dal Faraone ad interpretare un sogno che riguardava il destino di tutta la nazione dell’Egitto: il Faraone, nel suo sogno, vide prima sette vacche grasse poi sette vacche magre, prima sette spighe abbondanti e poi sette spighe macilente che divoravano quelle abbondanti.
Giuseppe predice, per il paese, sette anni di abbondanza a cui sarebbero seguiti sette anni di carestia. Quindi il Faraone riesce a scongiurare una calamità naturale all’Egitto. Vi sono altri esempi e la Bibbia descrive chiaramente questa capacità per l’uomo di ricevere dei messaggi in uno stato particolare della coscienza, in cui le preoccupazioni fisiche sono abolite.
Fin dall’antichità vi sono stati dei sapienti che hanno studiato e considerato l’uomo e la donna non solo come aggregati di cellule, come macchine più o meno proporzionate ma anche come depositari di un mistero, di un segreto, perché portavano in essi l’immagine e la somiglianza della divinità. Questi saggi osservarono il grano vivo della natura, gli eventi celesti e gli eventi terrestri con un occhio più profondo, con delle capacità sconosciute all’uomo ordinario, all’uomo di oggi, perché percepivano tutta la natura come un corpo sacro e animato, espressione visibile dell’invisibile.
Possiamo dire che, questi sapienti, avevano degli occhi spirituali, oppure dei sensi più sottili, per esaminare questa realtà. Non a caso troviamo lo studio dei sogni fin dall’antichità dove venivano utilizzati per scopi importanti.
Ad esempio nell’antico Egitto i sogni erano considerati rivelazioni della verità, dei veri e propri messaggi in chiave simbolica. Essi erano tutti premonitori per gli egiziani ed erano talmente importanti al punto che qualsiasi classe sociale si rivolgeva ai sacerdoti per comprenderne il significato. La figura del sacerdote era a quei tempi di notevole importanza ed assicurava con la propria vita l’interpretazione di salute, lavoro, amore: se commetteva evidenti sbagli di interpretazione veniva ucciso. Vennero formati dei veri e propri Templi, chiamati santuari dell’incubazione.
Interpretare i sogni non è così facile, anche se il simbolismo onirico si basa su degli archetipi collettivi, cioè un linguaggio universale, per cui ai simboli corrispondono determinati significati: ad esempio il padre, il leone e l’acqua sono simboli differenti a ognuno dei quali sono associati dei precisi significati. Su molti testi troviamo una possibile interpretazione di singoli simboli onirici, ma un’interpretazione autentica del sogno è molto più complessa e profonda da realizzare in quanto l’interpretazione è strettamente legata al sognatore, alla sua intimità e i vari simboli vanno interpretati in relazione tra di loro e nel contesto dell’intero sogno.
Il sogno infatti è soggettivo, perché rappresenta uno stato di coscienza di ognuno di noi. Se il sogno di due soggetti diversi ha come protagonista lo stesso oggetto ad esempio un leone, per uno può significare ad esempio la forza, il coraggio interiore e per l’altro la rabbia, l’aggressività per qualcosa che sta vivendo in quel momento della propria vita.
Sognare il mare agitato è simbolo di sconfitta, collera, se è calmo la felicità. L’acqua ha moltissimi significati: racchiude i contenuti dell’anima che il sognatore si sforza di condurre in superficie. L’acqua è l’inconscio. Può significare bisogno di purificazione, pericoli, timori, incomprensioni, separazione, delusione, se è chiara: fortuna, salute, se è stagnante: tristezza, se è torbida riguarda le malattie, gli affanni e….sognare di camminare sull’acqua è il trionfo…
Sonno, sogno, stati di coscienza: un mondo misterioso, un abisso in cui sprofondiamo quando ci addormentiamo saranno oggetto della prossima conferenza, giovedì 23 aprile alle ore 21:30 ad Asti, presso il Centro Culturale San Secondo in via Carducci 22/24, al primo piano, sala Ruscalla. Per informazioni, telefonare al numero 333.1014417 oppure al 0142.71319.
IL TERZO OCCHIO O CENTRO FRONTALE
La coscienza umana possiede talune facoltà quali la volontà, l’attenzione, la concentrazione mentale, la memoria e la meditazione. Allo stato ordinario le suddette facoltà rispondono ad una serie di sollecitazioni sensoriali, animiche e razionali polarizzando così la mente dell’individuo al soddisfacimento di quei beni che ha percepito e individuato come importanti.
Ne deriva perciò che il grado di sviluppo e di evoluzione dell’uomo e della donna dipendono dalle idee che costui o costei hanno. Se si compie un atto volontario di purificazione del proprio intelletto abbandonando le idee inutili ed oziose che quotidianamente coltiviamo in noi stessi ci si predispone al risveglio del cosiddetto centro frontale.
Mediante le opportune tecniche ascetiche é possibile arrivare ad utilizzare questo senso sottile dell’intelletto che ci fu dato per conoscere la verità e le cose divine.
Giovedì 8 gennaio alle ore 21,30 si approfondirà l’argomento in un incontro ad ingresso libero dal titolo “IL TERZO OCCHIO O CENTRO FRONTALE” presso la Sede della Sezione di Casale Monferrato dell’Associazione Archeosofica in via Paleologi, 24. Per informazioni, telefono: 0142.71319.