Già a partire dall’antichità i filosofi e gli uomini di maggior statura spirituale e più recentemente gli psichiatri, gli psicologi, gli antropologi, i biologi e altri uomini di scienza, hanno cercato di individuare le ragioni più o meno coscienti delle attività che spingono noi esseri umani a vivere, a muoverci, cercando di investigare sulla forza che ci anima e che spinge al mantenimento della vita, della specie, attraverso riflessioni, studi, ricerche, libri, cercando di alzare qualche velo sul misterioso senso della vita.
Questi contributi, tesi a cogliere l’essenza più profonda che anima noi esseri umani, sono stati tanti e numerosi in ogni ambito del sapere con valutazioni ora di tipo più formale, accademico e scientifico, ora più filosofico, psicologico e spirituale. Le ricerche e le discussioni non hanno, in linea generale, però identificato in modo preciso, assoluto e univoco una causa, la matrice che porta ad integrarsi, il senso profondo alla base della sussistenza della vita e le sue ragioni essenziali.
Un notevole contributo alla comprensione dell’animo umano è certamente stato dato dai tanti psicologi tra cui spiccano gli studi dello psichiatra e psicanalista Carl Gustav Jung, che ha identificato l’importanza della componente religiosa nei processi psichici e i suoi benefici per una equilibrata realizzazione degli esseri umani. Egli nel corso della sua vita si è interessato di antiche religioni, della religione indiana, dei Veda, dello Yoga, degli antichi misteri di Mitra, di cristianesimo, dei Padri della Chiesa, di simbolismo e alchimia, sintetizzando il suo pensiero in libri che raccontano di una concenzione filosofica che lascia comunque spazio a tesi in parte discutibili, non definitive, legate principalmente alla sfera dell’istinto e del sentimento.
La psicologia tra i suoi tanti meriti, nel processo di comprensione della natura umana, ha fornito anche l’analisi introspettiva, indicata come importante dai più grandi psicologi e psichiatri del passato. Tale analisi sarebbe comunque ben poca cosa, un processo semplicemente psicologico se non si potesse attingere a quei “Princìpi”, che si fanno da lanterna per la comprensione di argomenti profondi e delicati e che consentono di chiarire tramite l’esperienza diretta, le leggi visibili e sottili del mondo, della Natura e del Cosmo, portandoci sulla strada per comprendere le profonde ragioni per le quali la razza umana vive, lavora, ama, si ammala, muore, ecc.
Descrivere e chiarire la forza profonda che anima la vita non è semplice e richiede da un lato un grande sforzo personale di indagine, di sperimentazione e di introspezione ovvero il cercare di guardare più attentamente a sè stessi, ai propri atteggiamenti, agli altri e in generale al mondo, anche attraverso una comprensione viva e personale della natura, che dovrà tradursi in esperienza. Dall’altro il poter disporre e rifarsi a dei pilastri, colonne, “Principi” affermati nella storia da pochi e sapienti uomini. Ad esempio, se si prende uno specifico e fondamentale argomento come l’amore e la sua ragione d’essere per gli esseri umani, si osserva che è sempre stato tema centrale e cardine di discussioni, dibattiti, studi, libri, riviste, in ogni settore: dall’ambito di maggior pertinenza scientifica in relazione allo studio delle basi neurologiche e ormoniche nella biologia e chimica umana del sentimento sino a considerare gli aspetti psicologici di relazione tra uomini, donne, animali e natura. Per poi spingersi a considerare aspetti ancora più profondi e realizzativi dell’anima, descritti da alcuni grandi autori anche religiosi del passato.

Tra i maggiori filosofi della storia è possibile citare Platone che in uno dei suoi dialoghi, il “Simposio”, argomenta dell’amore in forma ora narrativa, ora simbolica.
Alcune storie mitologiche e religiose, si spingono ben oltre al considerare gli aspetti più superficiali
dell’amore legati alla sfera del sentimento e narrano di fatti straordinari avvenuti a personaggi non comuni come la famosa esperienza che visse il profeta Elia, che fuggì sul monte Oreb presso il quale un Angelo gli porgeva un cibo e dove “Parlò con Dio”. Egli chiamò Eliseo e venne rapito in cielo con «un carro di fuoco e cavalli di fuoco» (2Re, 2:11) riuscendo a non conoscere la morte.
Se consideriamo i più grandi istruttori spirituali dell’umanità, questi hanno posto l’amore come cardine alla base del loro insegnamento, riuscendo a valorizzarne l’importanza e a promuoverlo per precise finalità. Per esempio in India Krishna, nato dalla Vergine Devaki e da Vasudeva, portò una nuova rivelazione, rinnovando la concezione decadente che gli indiani si erano fatti della Tradizione tramandata. Egli fu il fondatore di una nuova religione a carattere monoteista e indicò che la vera ascesi consisteva nell’amore verso Lui stesso e nessun altro Dio e nell’amore del prossimo (cfr. Gita 8:8-11). Teologia che venne ripresa e ri
lanciata da Gesù Cristo, i cui insegnamenti sono sempre stati incentrati nell’indicare la via per tornare a Dio, ponendo l’amore come cardine nell’ascesi: “Amerai il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso” (Luca 10:27). Un amore tutto da scoprire in una via maestra, tracciata dal figlio di Dio e che può essere considerata per ogni anima un itinerario che porta all’Unità e che il grande Maestro di Galilea invitava a percorrere senza timore, con forza, decisione e virtù.
Dunque il più grande riformatore dell’animo umano e dell’umana sensibilità, Gesù Cristo ha mostrato quanto credesse nell’amore con la rinuncia alla sua stessa vita, indicando con forza che l’uomo e la donna sono fatti per l’amore: è la loro ragione d’essere, il motivo fondamentale della loro inquietudine, la molla più o meno cosciente delle attività che ci coinvolgono durante la nostra vita.
Gesù calcò le strade della Terra Santa, regione che venne così identificata da Mosè in chiave reale e simbolica al tempo stesso. Egli oltre a predicare, esporre concetti di elevato valore spirituale tramite le parabole, guarire gli ammalati, indicare e insegnare la via e i modi per riavvicinarsi a Dio e riallacciare un dialogo con Lui, visse esperienze particolari, fu battezzato da San Giovanni Battista, si isolò nel deserto, venne trasfigurato in un’esperienza alla quale parteciparono anche tre suoi discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni.
In virtù dell’umana natura, tendiamo ad amare o forse sarebbe più corretto dire affezionarsi a ciò che ci è più prossimo, più vicino a noi e che è relativo, che ha una fine, che è caduco. Mentre gli esseri umani sono fatti per l’amore infinito, l’assoluto e Sant’Agostino ha sintetizzato molto bene questo pensiero nella sua celebre frase: “Tu ci hai fatti per Te, Signore, e l’anima nostra è inquieta sino a che in Te non riposi” (S.Agostino – Confessioni, I.1).
Sono molti i religiosi che hanno studiato l’umana natura ma tra questi spiccano le figure di San Francesco, Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce, che potrebbe essere definito come il “Matematico dell’anima”, per via della sua grande capacità di comprensione dell’essere umano e dell’anima, dei suoi difetti e virtù e di analizzarne e inquadrare gli stati di coscienza di veglia o trascendenti. Esprime molto bene questa sua estesa comprensione nella sua opera magistrale “LA NOTTE OSCURA”.
L’esperienza quotidiana ci insegna che se è facile smarrirsi nei labirinti dell’esistenza, perdendosi dietro ad attività che forse non meritano tutta l’attenzione che riserviamo loro, pochi personaggi della storia hanno ottenuto e alcuni poi espresso dietro al velo dei simboli, soluzioni che aiutano al risveglio della natura umana, facendoci comprendere progressivamente la nostra costituzione, le potenzialità legate al pensiero, ai sentimenti, agli istinti, alla forza vitale e al potere igneo, dirigendo sempre meglio i passi verso un itinerario di perfezione e un ideale il più possibile elevato.
Di questi argomenti si parlerà giovedì 5 febbraio alle ore 21,30 presso la Sede di via Paleologi, 24 a Casale Monferrato parlando di una Tradizione il cui eco si fa sentire ancor oggi nelle tradizioni popolari dei fuochi celebrati in occasione di alcune feste religiose come quella di San Giovanni Battista, celebrata il 24 giugno con fuochi d’artificio in molte città tra cui Torino, Genova, Firenze, Ragusa. Oppure altri eventi come lo scoppio del carro a Pasqua a Firenze. Per informazioni, telefonare al numero 0142.71319.
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