LA NATURA, LA PITTURA E L’ARTE ICONOGRAFICA

montagnaGli uomini hanno da sempre contemplato le bellezze della natura, il cielo stellato, le vette delle montagne, i boschi ricchi di vegetazione e di alberi, i mari di ogni latitudine. L’Universo che ci circonda, non è altro che una immensa “Foresta di simboli”, dove gli uomini con una certa facilità, se lo vogliono, possono scoprire la realtà divina che si rivela e si palesa in forme più o meno dirette a quelle menti e a quegli spiriti che desiderano conoscerla.

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Dipinti nell’antico Egitto

Tutti possediamo un senso estetico innato, sia che ci si riferisca agli uomini antichi e primitivi, che ai civili moderni. L’Arte è da sempre stata utilizzata dai vari popoli con le finalità più diverse, ora per immortalare aspetti della natura, ora per rendere omaggio al prestigio di uomini importanti, ora per spingere lo spettatore dell’opera ad una elevazione spirituale tramite soggetti e simboli capaci di spingere la mente dell’osservatore oltre la contingenza della natura e del quotidiano.

Se è innato in ognuno di noi questo senso estetico, sappiamo che può essere sviluppato e valorizzato grazie ad un’arte che riproducendo personaggi divini come ad esempio il Salvatore, la Trinità, la Madonna e numerosi altri tradizionali, trasporta la nostra mente a fissarsi su di loro, spostando la riflessione della nostra coscienza dal piano materiale ad un piano più elevato.

Questo processo e lavoro attentivo è di un’importanza fondamentale per la nostra coscienza perchè i colori, i disegni, i simboli e le pitture che ne risultano possono avere un effetto benefico o meno su di noi, a seconda dei soggetti rappresentati.

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San Luca dipinge l’icona della Theotókos

Se ci si riferisce alle icone e alla loro storia, è da rammentare che il primo iconografo fu San Luca, oggi riconosciuto come protettore dei medici e degli artisti: la storia lo ricorda come iniziatore della tradizione artistica cristiana tramite la rappresentazione di soggetti della sacra famiglia quali Maria Vergine e Gesù nel dipinto della Theotókos (in greco Θεοτόκος; in latino Deipara o Dei genetrix) ovvero un titolo della Beata Vergine Maria che significa letteralmente “Colei che genera Dio” e spesso viene tradotto in italiano con Madre di Dio.

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Theothokos di Andrej Rublev, 1405

Questo dipinto è sempre rappresentato con il capo della Vergine coperto da un velo, che scende sulle spalle, abito utilizzato secondo la tradizione dalle donne ebree di quel tempo. Questo velo della testa è solitamente colorato di rosso per mostrare la santità di Maria Vergine. Sotto il velo, il suo abbigliamento è solitamente blu, simbolo della Sapienza.
Vi sono poi generalmente tre stelle dorate, una sulla fronte ed una su ogni spalla della Santissima Madre di Dio. Queste stelle sono simboli della sua natura celeste: lei era vergine prima, durante e dopo la Natività di Cristo. Le tre stelle sono anche un simbolo della Santissima Trinità. A volte la terza stella è coperta dalla figura di Gesù Bambino, la seconda persona della Santissima Trinità.

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Icona dell’Arcangelo Michele – 12° ecolo – Monastero di Santa Caterina, Monte Sinai

Tra le icone più antiche si trovano quelle del Monte Sinai in Palestina, cioè provenienti dai suoi conventi, conservate nel Museo di Kiev e databili verso il VI secolo. La Palestina fu un importante centro iconografico, ma vi sono da segnalare la Siria, l’Egitto, Bisanzio e poi la Russia.

Se è vero che Dio si è rivelato al mondo tramite la figura storica di Gesù Cristo, è pur vero che approfondire lo studio dei simboli nell’arte è merito della simbolurgia, una disciplina importantissima perchè favorisce il risveglio interiore: il vocabolo “Simbolo” deriva dal latino “Symbolum” e dal greco “Sumbolon”. Il simbolo svolge un ruolo fondamentale nell’elevazione della coscienza perchè collega il visibile con l’invisibile, il terrestre con il celeste e trasporta l’uno nell’altro.

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Icona della Vergine in trono con Bambino e santi e angeli, e la mano di Dio. L’icona è del 6 ° secolo, conservata presso il monastero di Santa Caterina nel Sinai.

Si continuerà a parlare di arte sacra nel corso di pittura iconografica nel quale si inizierà immediatamente ad esercitarsi con la tecnica pittorica, riproducendo delle icone tra le più significative della Tradizione. Si seguirà un metodo che consente a chiunque, senza un’esperienza pittorica pregressa, di dipingere una vera icona e di portarla a casa.

Durante le lezioni verranno inoltre approfonditi l’aspetto teologico, le proporzioni geometriche ed il simbolismo. Nei livelli più avanzati verrà studiata la geometria dell’icona per realizzare il disegno di volti e di figure originali.

Il corso si tiene ogni martedì sera dalle ore 20.30 alle 23.00 a partire da martedì 12 gennaio 2016 presso la Sede in via Paleologi, 24. E’ possibile inserirsi nella pittura di una nuova tavola in qualsiasi serata.
Vi invitiamo inoltre a collegarvi al sito internet www.iconainarte.it per avere ulteriori informazioni sulla meravigliosa arte della pittura iconografica, visionare gallerie che mostrano le icone degli allievi e Mostre che si sono tenute in Italia e all’estero.
Per informazioni e iscrizioni,  telefonare al numero 347.2556742 oppure al 0142.71319.

L’INTELLIGENZA DEL CUORE

Monastero_Monte_AthosNoi esseri umani disponiamo di cinque sensi che rappresentano per noi come cinque finestre aperte sul mondo fisico che ci consentono di vivere e relazionarci su questo piano, vedendo, udendo i suoni, percependo con il tatto la consistenza di oggetti e il loro gusto e sentendo odori e profumi che ci circondano. Esistono potenzialmente e generalmente inattivi ulteriori sensi, di cui però potremmo disporre in relazione a centri che vengono definiti dalla tradizione orientale Chakra o “Centri di Forza”. Essi sono stati definiti come “Sensi spirituali” da alcuni santi della nostra tradizione cristiana come lo furono San Paolo, Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce e vennero citati anche da alcuni monaci dell’oriente cristiano, in particolare da coloro che vennero definiti esichiasti tra i quali ricordiamo ad esempio Evagrio Pontico e San Giovanni Climaco che scrisse un libro magistrale: “La scala del Paradiso”.

Uno dei più importanti di questi centri è localizzato nella regione del cuore , prende il nome di “Centro Cardiaco” e può essere considerato il luogo di incontro con il divino.

egitto_pesatura_anima_cuore_piuma Già gli antichi Egizi davano una notevole importanza al cuore e alle sue proprietà; infatti per questo glorioso popolo, che per oltre 2000 anni ebbe un ruolo di primaria importanza culturale, religiosa, economica e militare tra le civiltà del mondo passato, l’intelligenza non riesiedeva nel cervello,ma nel cuore.

Nel testo sacro per eccellenza, la Bibbia, sono riportati numerosi riferimenti all’intelligenza del cuore. Ad esempio nel libro dei Proverbi, 14, 33 è riportato: “In un cuore intelligente risiede la Sapienza” (Proverbi, 16, 21). E ancora “Chi è saggio di cuore è ritenuto intelligente” (Proverbi 16,21). In Siracide vi sono continui riferimenti al cuore, si legge ad esempio “Il cuore intelligente acquista la scienza, l’orecchio dei saggi ricerca il sapere” (Siracide, 18, 15).

gesu_cristoCon la venuta di Gesù Cristo sulla Terra, una nuova forza d’amore di prorompente potenza è stata consegnata al genere umano, ma risulta nascosta, celata, sommersa nella profondità delle coscienze di noi esseri umani, in attesa di essere risvegliata. Quando il Maestro di Galilea era ancora in vita disse apertamente alle masse: “Beati i puri di cuore perchè vedranno Iddio” (Matteo, 5:8) e con ciò è da supporre un riferimento alla purificazione del “Centro cardiaco”. Del resto quando disse “Quel che esce dalla bocca proviene dal cuore” (Matteo, 15:18), volle avvertire che bisogna purificare oltre al centro del cuore, anche quello della gola.

Compito dell’ascesi mistica, che ognuno può praticare è il risveglio di questa presenza sommersa in noi, per iniziare un vero e proprio dialogo con il Divino, anche secondo le preziose indicazioni che si sono venute a sommare nei secoli con le riflessioni dei primi Padri, degli anacoreti del deserto, di asceti, alcune delle quali sono espresse nel preziosissimo testo della Filocalia.

athanorRiflessioni e tecniche che vennero poi riprese dagli alchimisti, cioè da coloro che lavoravano utilizzando un laboratorio e sotto il velo dei simboli indicavano come tenere acceso il fuoco del fornello tramite l’uso dei mantici che consentivano il non far spegnere la fiamma, indicando come mantenere una temperatura adeguata per poter realizzare la Grande Opera.

Se il nostro pensiero viene diretto con la forza della volontà su questo punto sottile, il Centro Cardiaco, si opera nella costituzione un cambiamento: se la volontà viene animata da una precisa intenzione, l’impossibile diventa possibile e possono avvenire la fusione, la dissociazione, l’unificazione, la trasmutazione della materia prima.

gerusalemmeL’Umanità che ha perso la familiarità con Dio e si è dimenticata del modo di accostarsi e rimanere con Lui può, in tempi brevi, imparare nuovamente come rapportarsi con la divinità innanzi tutto tramite la conoscenza del proprio cuore (cardiognosi) per liberarlo dal così detto gioco degli “Opposti” che distrae dal punto Centrale, la così detta pietra angolare scartata dai costruttori.

Di questi argomenti si parlerà giovedì 22 gennaio alle ore 21.30 presso la Sede di via Paleologi, 24 in un incontro di approfondimento ad ingresso libero dal titolo “L’INTELLIGENZA DEL CUORE”. Per informazioni, telefono: 0142.71319.

Il VOLTO DELLA RESURREZIONE E l’ICONA DI ANDREJ RUBLEV

Icona Invito per l'evento "Il Volto della Resurrezione e l'Icona di Andrej Rublev"Giovedì 9 ottobre 2014 alle ore 21,15, presso la Sede della Sezione di Casale Monferrato dell’Associazione Archeosofica, lo studioso Maurizio De Cicco presenterà un suo lavoro, frutto di una meticolosa ricerca e di comparazione, dal titolo: “Il Volto della Resurrezione e l’Icòna di Andrej Rublev”.

La Sacra Sindone, conservata presso il Duomo di Torino, è un argomento che appassiona, incuriosisce e incute anche un certo timore reverenziale in chi la osserva. La domanda che ricorre frequente guardando quell’Immagine impressa nel telo di lino, che mostra un Uomo Flagellato, Crocifisso e con una Corona di spine attorno alla testa, è sempre la stessa: “Ma è stato veramente il Corpo di Gesù Cristo avvolto in quel lenzuolo?”
L’uomo di fede non ha dubbi in proposito; l’uomo di scienza è tutt’ora alla ricerca di risposte sempre più precise, mentre lo scettico vuole vederci chiaro.
Con la Scienza non disgiunta dalla Fede, si può rispondere al quesito una volta per tutte.
Per l’appassionato studioso e ricercatore Maurizio De Cicco, la risposta è positiva:
“Sì! La Sacra Sindone è autentica e l’Immagine impressa è quella del Corpo Martirizzato e Flagellato del Redentore”.
Nel suo studio lo dimostra con la prova dell’identità di due Volti sovrapposti e perfettamente combacianti tra loro: “Il Volto della Resurrezione e l’Icòna di Andrej Rublev del Cristo Salvatore”. L‘icona menzionata è attualmente conservata a Mosca presso la Galleria Tretjakov.