I SEGRETI DELL’ANTICO EGITTO

I Segreti dell'Antico EgittoSe c’è una civiltà che si può dire sia ancora piena di segreti, nonostante un interesse che dura praticamente da sempre, questa è sicuramente l’Antico Egitto: la più longeva mai esistita. Tutti conoscono alcune realizzazioni tipicamente egizie.
La loro architettura è senza dubbio una delle più ardite e monumentali mai realizzate, eppure sono ancora ignote le tecniche di costruzione che hanno permesso tali meraviglie, ricche di simbolismo e di contenuti geometrici e matematici.

Stele di Dedia, Iside, Osiride e Horus - Trinità Egiziana - Museo del Louvre - Parigi

Stele di Dedia, Iside, Osiride e Horus – Trinità Egiziana – Museo del Louvre – Parigi

La dottrina religiosa, poi, era incentrata sui Misteri di Iside e Osiride, quindi per definizione riservata a pochi iniziati e tenuta nascosta con un complesso apparato di miti e di simboli di difficile decifrazione. Ancora molto ci sarebbe da dire sul pittoresco politeismo egiziano che, ad un esame più approfondito, rivela un monoteismo essenziale, come dimostrato dalla rivoluzione del Faraone Akhenaton.

Akhenaton e Nefertiti - Museo del Louvre - Parigi

Akhenaton e Nefertiti – Museo del Louvre – Parigi

Stele di Rosetta

Stele di Rosetta del British Museum. Fotografia scattata durante un viaggio a Londra da alcuni soci

La scrittura geroglifica, dimenticata per secoli, solo di recente è stata nuovamente compresa grazie al genio di Champollion e alla Stele di Rosetta: e anche in questo caso non si tratta solo di un modo per mettere per iscritto le idee, ma una via per veicolare le parole sacre e i nomi dell’Assoluto: un perfetto sistema alfabetico e numerico, oltre che simbolico.
La cronologia di questa antichissima cultura, infine, è tuttora piena di incognite: possibile che gli antichi Egizi abbiano dato il meglio di sé nella primissima parte della loro storia millenaria, appena usciti dall’Età della Pietra? Come mai i calendari sacerdotali prendono in considerazione liste reali che affondano le loro origini millenni prima l’unificazione dell’Egitto, se ufficialmente l’Antico Regno è iniziato proprio con quell’evento?
E come collocare, in tutto questo, la misteriosissima Sfinge di Giza, custode perenne rivolto ad Oriente?
Questa serie di dubbi e segreti ha favorito lo sviluppo di spiegazioni semplicistiche e fuorvianti, che hanno dato adito a una serie di ipotesi divenute convinzioni dure a morire: dalla costruzione delle piramidi da parte di schiavi all’uso delle piramidi stesse come tombe.
Per prepararci al nostro Viaggio nel Misterioso Egitto parleremo di alcuni di questi argomenti che ancora oggi attirano le menti e i cuori dei ricercatori più curiosi grazie ad alcuni relatori sabato 22 febbraio 2020 alle ore 17.30 in via Paleologi, 24 a Casale Monferrato (Alessandria). Per informazioni: telefono 0142.71319 oppure 338.4092394.

LA RICERCA ALCHEMICA E LA PIETRA FILOSOFALE

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La sfinge

Il voler comprendere la propria natura e la propria origine è un profondo desiderio degli esseri umani che ha spinto gli scienziati a studiare il corpo umano e la psiche, la natura e l’Universo nel quale viviamo; filosofi a dissertare sull’origine e il fine delle cose; pittori e poeti a rappresentare le bellezze del mondo; religiosi a cercare di comprendere il divino grazie al loro sforzo personale e ad alcune importanti rivelazioni avvenute sia nel mondo occidentale che orientale. Questo profondo desiderio di conoscenza della propria origine e della propria fine si è tradotta e si traduce in azione, nel movimento di andare alla ricerca di una risposta alle eterne e vive domande poste dalla tacita Sfinge al viandante pellegrino: “Chi sei, da dove vieni, dove vai?”.

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Tavola con alcuni simboli alchemici

Nel Medioevo e nel Rinascimento l’Alchimia fu l’espressione sapienziale della conoscenza capace di studiare le profondità dell’essere umano, delle sue origini e della sua coscienza per trasformarla grazie a dei procedimenti. Fu un’espressione parziale di quella Sapienza la cui origine si perde nella notte dei tempi, fondata su principi espressi dietro al velo dei simboli in testi definiti appunto “Alchemici”. I simboli, i poemi e gli scritti di criptica interpretazione, servirono per lavorare e per preservare le operazioni che gli alchimisti svolgevano, in un periodo in cui lo scrivere e il parlare potevano mettere a rischio la loro stessa vita. E al tempo stesso perchè il lavoro di decifrazione aiutava l’elaborazione di un pensiero più elevato, più informale.

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Ermete Trismegisto – Duomo di Siena

L’Alchimia fu l’eredità e l’approfondimento di un filone sapienziale che nella remota antichità fu trasmessa nelle Università dei Sumeri oltre 3000 anni prima della venuta di Cristo. Si insegnò nei collegi dell’antico Egitto nelle città di Menfi e di Tebe,  nelle scuole e nei seminari ellenici di Ermete Trismegisto, fra gli Esseni del Mar Morto a Qumran, fra i Terapeuti citati da Filone di Alessandria, ecc. Giunse inizialmente in Europa tramite la traduzione di testi arabi e lo stesso vocabolo Alchimia ha origine dalla lingua araba: alchimia deriva dall’arabo al-kīmiyya o al-khīmiyya (الكيمياء o الخيمياء), composto dall’articolo determinativo “al” e dalla parola kīmiyya che significa “chimica” e che a sua volta, sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che ha tra i suoi significati “fondere”, “colare insieme”, “saldare”, “legare”.

Verso il XIII secolo iniziò a prodursi una vera e propria letteratura alchemica occidentale, che ha fissato i capisaldi della filosofía alchemica grazie a figure del calibro di Ruggero Bacone, Raimondo Lullo, Arnaldo di Villanova, Gichtel, Paracelso, Nicola Flamel, Cagliostro, ecc.

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Laboratorio Alchemico

Gli Alchimisti lavoravano dunque con una certa tranquillità in laboratori adatti al trasmutare i metalli vili in metalli nobili, facendo cambiare la loro natura. Molti hanno ritenuto questi lavori da compiersi solo in senso materiale, studiandone i processi chimici: ma l’Alchimia ha una sua valida efficacia solo se la si considera quando si rivolge all’interiorità dell’essere umano e alla sua splendida e complessa costituzione.

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La navata centrale del Duomo di Siena

L’Alchimia si occupa sia della sostanza fisica delle cose, ovvero della materia sensibile, ma soprattutto degli aspetti più importanti del composto umano, la materia intelligibile ovvero dell’anima e dello spirito, sino al giungere alla chimica moderna ed alla fisica atomica (T.Palamidessi, “ALCHIMIA COME VIA ALLO SPIRITO” – pag.3). Gli alchimisti utilizzarono un linguaggio con espliciti riferimenti alla natura, all’astrologia, alla metallurgia, alla fisica e alla chimica e numerosi sono stati i riferimenti lasciati in ambito artistico specialmente tramite tavole, sculture, mosaici, talvolta poste all’interno delle stesse strutture religiose come accadde nello splendido Duomo di Siena e in altre Chiese.

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Alcuni simboli utilizzati in Alchimia

Alambicco, mantici, athanor, mercurio, sale, solfo, luna, fuoco magico, furono solo alcuni dei simboli usati da questi ricercatori della Pietra Filosofale o Elisir, in relazione al realizzare il “Capolavoro della Natura aiutata dall’industria umana”. Gli alchimisti utilizzarono anche l’aiuto delle erbe per lo svolgimento di questi lavori e lo studio della fitoterapia fu parte integrante del sapere alchemico.

L’obiettivo principe degli alchimisti fu dunque la realizzazione della così detta “Grande Opera”, cercando di arrivare a possedere la così detta “Pietra Filosofale”, ovvero una “Pietra magica”, capace di trasmutare tutti i metalli vili nell’oro purissimo, così splendente da essere simile alla natura divina.

cubo_piramideLa “Pietra filosofale” viene mostrata nell’iconografia nella forma di una piramide posta su di un cubo, ovvero una “Pietra cubica a punta”: questo schema è in relazione al quadrato sormontato dal triangolo che può essere legato ad un altro simbolo lo Zolfo alchimistico ovvero una croce sormontata da un triangolo: simboli costruiti ad arte dai sapienti alchimisti.

Tantissimi furono i cercatori della “Pietra Filosofale” di cui alcuni furono uomini di grande erudizione e fede come San Tommaso d’Acquino ed il suo maestro Sant’Alberto Magno detto Doctor Universalis. Entrambi furono predicatori dell’ordine monastico Domenicano e ci hanno lasciato dei testi di pregio e valore che testimoniano la vicinanza della Tradizione Alchemica Medievale con il Cristianesimo: i veri alchimisti sono stati degli uomini di purezza e di misticismo e furono profondi conoscitori dell’Ermetismo. Allo stesso Aquino sono attribuibili alcuni testi alchemici tra cui spicca per erudizione “LA PIETRA FILOSOFALE”.

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San Tommaso d’Acquino

Una leggenda medievale raccontava che i due dottori della Chiesa si conoscessero e che il patrimonio sapienziale di San Domenico comprendesse proprio il secretum secretorum, la perfezione terrena, la così detta “Pietra Filosofale”. Questo misterioso arcano fu consegnato ad Alberto Magno, che lo riveló poi al suo discepolo Tommaso d’Aquino.

Proseguiremo a parlare di “LA PIETRA FILOSOFALE E IL MAGISTERO DEL SOLE”, giovedì 25 giugno alle ore 21,30 in via Paleologi 24 a Casale Monferrato. Ingresso libero. Per informazioni, telefono 0142.71319.