
San Domenico
In tanti nel Medioevo appresero, studiarono, cercarono di vivere e di sperimentare l’arte regale dell’Alchimia: i veri alchimisti sono stati nella storia degli uomini di purezza e misticismo.
Furono profondi conoscitori dell’Ermetismo e dell’Alchimia alcuni tra i maggiori Padri della Santa Chiesa Romana come ad esempio San Tommaso d’Aquino definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei, dottore della Chiesa ed il suo maestro Sant’Alberto Magno di Colonia considerato il più grande filosofo e teologo tedesco del medioevo detto Doctor Universalis, entrambi predicatori dell’Ordine monastico Domenicano.

Sant’Alberto Magno di Colonia
Una leggenda medioevale affermava che fu proprio San Domenico ad aver scoperto il segreto della famosa pietra filosofale e lo avesse consegnato nelle mani di Alberto Magno, che lo trasmise a Tommaso d’Aquino.
San Tommaso d’Aquino, autore di oltre 30 Opere, fu autore della “Summa Teologica” e fu così esaustivo, profondo e fine nello scrivere di teologia che René Guenon, scrittore, filosofo, esoterista, intellettuale francese mancato nel 1951, si chiese dove fossero gli studenti in grado di studiare un così importante testo di riferimento di teologia del Medioevo.

San Tommaso d’Aquino
Tra gli altri testi importanti dell’Acquino ricordiamo il “Tanto Ergum Sacramentum”, inno liturgico composto per la Celebrazione del Corpus Domini su esplicita richiesta di Papa Urbano IV e dunque il fatto che lavorasse e comunicasse direttamente, personalmente con la carica più alta della Chiesa e che vi fosse una stima reciproca. Di Alchimia egli ne scrisse in un paio di Opere: la prima il De Alchimia (l’Alchimia) e la seconda la Pietra Filosofale. Dunque questi uomini di grande erudizione e fede, ci hanno lasciato dei testi di pregio e valore che testimoniano la vicinanza della Tradizione Alchemica Medievale con il Cristianesimo.

Sant’Alberto Magno e San Tommaso d’Aquino
Obiettivo dell’Alchimia fu la realizzazione della cosìdetta “Pietra Filosofale”, capace di trasformare il piombo ed i metalli volgari in oro e di donare l’eterna giovinezza o incorruttibilità dei corpi. La materia prima sulla quale lavorava l’alchimista era costituita da tre principi: lo Zolfo, il Mercurio e il Sale, tutti sempre presenti nel laboratorio alchemico e disponibili a buon prezzo. La materia era sottoposta nelle varie varie fasi dell’Opera al fuoco continuo dell’Athanor, mantenuto acceso dall’azione continua dei mantici e sottoposta a continua distillazione.
Proseguiremo a parlare di questo e di altri simboli alchemici all’interno del nuovo ciclo ad ingresso libero “LA SCIENZA DELL’IMPOSSIBILE” a partire da venerdì 10 maggio alle ore 21.00 in via Paleologi, 24 a Casale Monferrato. Per informazioni, telefono 0142.71319 oppure 338.4092394.